Quando la chimica classica incontra le nanotecnologie il risultato può essere anche una terapia rivoluzionaria contro l'aterosclerosi e, in futuro, contro altre patologie.
Autori della scoperta sono i ricercatori dell'Università di Santa Barbara, in California, che hanno pensato di sfruttare micelle (strutture sferiche che si formano spontaneamente quando una molecola ha una parte idrofila e una idrofoba), ottenute partendo da nanopeptidi dotati di un'alta affinità per il colesterolo. Come riferito su "Pnas", topi con aterosclerosi sottoposti a un'infusione di micelle, hanno mostrato evidenti segni di miglioramento. Per gli autori, il successo dell'esperimento è andato oltre le aspettative, perchè l'obiettivo iniziale era solo quello di trovare un nuovo sistema di targeting specifico per la diagnosi molecolare delle placche, mentre nanomicelle sono riuscite a demolire le placche stesse, soprattutto laddove esse iniziavano a sfaldarsi (evento che prelude a infarti ed ictus). (a.cod.)