26 gennaio 2010

Pioggia di nanofrecce - da Nova de "il Sole 24 Ore" del 21.01.2010

A Singapore, all'Università di tecnologia di Nanyang, si sta studiando la possibilità di combattere le infezioni sottoponendo i batteri a una pioggia incessante di nanofrecce. Il gruppo di Yuan Chen ha eseguito una serie di esperimenti sulle proprietà antibatteriche di nanotubi puri a parere singola con un diametro di 0,83 nanometri. I ricercatori hanno scoperto che i nanotubi si comportano come frecce che "attaccano costantemente" i batteri causandone la morte. Gli studiosi hanno spiegato sulla rivista "Acs Nano" che questa azione antibatterica si esercita contro diversi organismi tra cui l'Escherichia coli, lo Pseudomonas aeruginosa o lo Staphylococcus aureus. Il team di Chen ha anche ideato una strategia per rendere più efficace l'attacco dei nanotubi alle infezioni, velocizzandone il movimento.
Gli studiosi sono convinti che dai loro esperimenti potrà emergere una tecnica potenzialmente utile per guarire le infezioni "minimizzando i rischi per la salute e l'ambiente". (an.car.)

Detergenti alla CO2 - da Nova de "Il Sole 24 Ore" del 21.01.2010

Le nanotecnologie legate alla conoscenza precisa dei comportamenti molecolari costituiscono una strada promettente per avere una chimica verde rispettosa dell'ambiente. All'Università olandese di Leida la ricercatrice Elisabeth Bouwman ha messo a punto una tecnica per estrarre l'anidride carbonica dall'aria producendo sostanze detergenti.
Come ha spiegato Bouwman su "Technology Review", il sistema sfrutta una serie di reazioni concatenate. Il rame si lega a due molecole di CO2 producendo un ossalato; quest'ultimo forma col litio prima un sale e quindi un acido, mentre una debole corrente consente di riottenere il rame di partenza per iniziare un nuovo ciclo. L'acido ossalico prodotto può essere usato nei detersivi, ed è quindi ottenuto sequestrando CO2 dall'atmosfera con un effetto anti gas serra. All'Università iraniana di Tabriz hanno invece dimostrato che nanotubi di carbonio e politetrafluoroetilene possono essere usati per rimuovere i coloranti dagli scarichi delle fabbriche tessili. Lo studio è stato pubblicato su "Electrochimica Acta". (an.car.)