5 marzo 2010

Farmaci Intracellulari - da Nova de "Il Sole 24 Ore" del 04.03.2010

Il rilascio controllato di pezzi di Dna o Rna e di tutti i loro parenti stretti (sRna, Rnai e così via) non solo all'interno di una cellula specifica, ma anche in un organello intracellulare, potrebbe diventare presto abituabile grazie al sistema messo a punto da Simon Richardson, esperto di nanomedicina dell'Università di Greenwich. Il ricercatore ha dimostrato che somministrando agli animali un nanopolimero fatto di poliamidoammine o Paas, i frammenti di materiale genotico in esso contenuti vengono protetti dai sistemi di difesa delle cellule bersaglio, captati al loro interno e lì rilasciati solo in alcune frazioni subcellulari. Il tutto, come riferito sul "Journal of Controlled Release" (che allo studio ha dedicato la copertina e un commento), senza bisogno di vettori virali, ma sfruttando la capacità di Paas di permeare le membrane degli organelli intracellulari senza subire modifiche. Secondo Kinam Park, docente di farmacologia della Purdue University ed editor del giornale, il lavoro "dimostra per la prima volta che la possibilità di rilasciare nanofarmaci in comparti cellulari specifici è concreta, e fornisce elementi utili per il drug delivery in generale". (a.cod.)