5 marzo 2010

Defibrillatori Pile Eterne - da Nova de "Il Sole 24 Ore" del 18.02.2010

E' ancora lei, la pluripremiata direttrice dell'Advanced Power Sources Laboratory dell'Università di buffalo Esther Takeuchi, a stupire. Vent'anni dopo aver inventato le prime batterie al litio/argento e ossido di vanadio che alimentano i defibrillatori portatili impiantati ogni anno a 300.000 pazienti di tutto il mondo, e dopo aver registrato 140 brevetti (record al femminile negli Usa), la biofisica americana compie un altro deciso passo in avanti verso alimentatori virtualmente eterni. Questa volta Takeuchi e il suo team hanno ottenuto un materiale che è fino a 15.000 volte più efficente rispetto a quelli delle altre pile (la cui durata, oggi, va dai 5 ai 7 anni) e che è caratterizzato da una versatilità tale da consentirne, con ogni probabilità, l'utilizzo per molte altre malattie, dai disturbi del nervo vago all'ictus all'obesità. Il segreto sta nella generazione in situ, cioè all'interno del dispositivo impiantabile, di nanoparticelle d'argento, che possono essere sfruttate per alimentare i defibrillatori per un tempo di gran lunga superiore a quello di una vita. Al momento sono in corso tutti i test necessari per verificare il comportamento delle nanoparticelle a 37 gradi, anche perchè, come ha ricordato la stessa Takeuchi, "le pile sono un ritrovato ormai storico della scienza. Ma sono anche molto lontane dalla loro piena maturità, e l'interesse nei loro confronti non è mai stato così alto". (a.cod.)